Sono nato il 7 novembre del 1958 a Pesaro.
La mia prima abitazione era vicinissima al mare, al confine con la spiaggia. Inverni freddi e sabbia dappertutto. L’odore del mare forte nel naso.
Dopo qualche anno ci siamo trasferiti in una casa un po’ più all’interno, luminosa e calda.
Ero un bambino molto vivace e pieno
di curiosità. Ho ritrovato una foto
di mio padre, dietro vi era scritto: fotografia fatta da Claudio, avevo 4 anni.
Una passione mai sedata.
Mio padre era un fotografo dilettante
e mi insegnò i segreti della camera oscura. Passavamo ore a sviluppare negativi
e a stampare foto. Più tardi ebbi
la mia camera oscura, mi costruii
un ingranditore per negativi grande formato, preferivo fare foto con il banco ottico.
Poi venne il digitale, un rapporto di amore odio che coltivo ancora oggi.
Verso i dieci anni incominciai ad essere attratto dalla musica, chitarra, pianoforte e finalmente flauto al Conservatorio di Pesaro.
Il mio primo Direttore fu Marcello Abbado, austero e serio. Successivamente venne sostituito da Gherardo Macarini Carmignani, una vera forza della natura, pieno di idee nuove e energia che non sembrava mai avere riposo. Così mi iscrissi a Composizione con Giovanni Piazza, Musica elettronica con Walter Branchi. L’incontro con Gianpiero Taverna fu determinante, venni introdotto alla pratica della direzione d’orchestra già a sedici anni. Diressi diversi saggi scolastici con l’Orchestra degli studenti del Conservatorio. La passione per la musica contemporanea
mi portò a dirigere alcuni brani durante il XIII Festival di Nuova Consonanza a Roma nel 1976. Venne eseguita anche una mia composizione:
“Un coup de dès” per nastro magnetico.
Nel 1978 avvenne una delle prime svolte radicali della mia vita. Venne a Pesaro il grande flautista francese Pierre Yves Artaud.
Fu invitato a tenere un concerto, l’organizzazione pensò di affidarmelo per fare un giro turistico ad Urbino. Lì viveva anche il mio insegnante
di flauto Adalberto Borioli, molto affettuoso e premuroso con noi studenti. Andammo quindi a casa sua e Pierre Yves mi invitò a suonare
un duetto con lui. Fu molto emozionante per me. Più tardi mi disse che poteva essere una buona cosa per me partecipare ai suoi corsi estivi
a Saintes nel Sud ovest francese.
Tornai dal corso pieno di energia e progetti. Ero pronto per spiccare il volo, conobbi Barthold Kuijken, il grande flautista dedito alla pratica
della musica antica con strumenti originali. Mi disse che c’era un posto, nella sua classe, per studenti stranieri presso il Conservatorio di Bruxelles. Partecipai all’esame di ammissione e venni preso. Mi ritrovai quindi a neanche 20 anni a vivere a Parigi studiando flauto moderno
con Artaud e flauto antico con Kuijken. Due anni favolosi e indimenticabili.
Presi i due Premier Prix e decisi di ritornare in Italia. Mi domando ancora se feci la scelta giusta. All’ estero ero un po’ conosciuto, avevo fatto
i miei primi concerti con Scott Ross e William Christie che erano già delle stelle. Sarei potuto rimanere ma evidentemente qualcosa dell’Italia
mi richiamò.
In Italia cominciai a suonare musica antica con Temenuschka Vesselinova e Carlo Denti, con Rinaldo Alessandrini e diversi altri musicisti allora emergenti.
Anni pionieristici, il pubblico sembrava apprezzare ma la mentalità musicale accademica era sicuramente contraria alla esecuzione della musica antica con strumenti originali. Una vera lotta per cercare di affermare un nuovo pensiero musicale. Fortunatamente insegnavo a tantissimi studenti di tutta Italia che invece erano motivati nello studio del traversiere e quindi mi sentivo felice nel trasmettere le mie conoscenze. Gli anni scorrevano tra concerti e insegnamenti vari, registrai anche diversi dischi in quel periodo. Dalla metà degli anni ottanta mi dedicai molto anche alla musica contemporanea, sia in veste di flautista che di direttore di ensemble vari. Con Antonio Poce ravvivammo la scena musicale del frusinate. In quel periodo vivevo a Veroli e nel tempo libero ero sempre in montagna, sui Monti Ernici o nel Parco d’Abruzzo. Perfetto equilibrio tra studio e natura.
Nei primi anni 90 presi una decisione importante, cambiai completamente la mia vita. Mi innamorai di Eva e decisi di andare a vivere in montagna. Scelsi Rocca di Mezzo in Abruzzo. Ma non ero solo, avevo la compagnia di una quindicina di cani Husky, vivevamo insieme in un terreno che avevo affittato a 1300 mt. Quindici cucce e una roulotte dove trascorsi due anni. Forse gli anni più felici della mia vita tra passeggiate e corse con le slitte sulla neve dei Piani di Pezza. Ridussi molto i concerti e registrai un ultimo disco, credo nel 1994. Fu una pausa importante dove ridisegnai tutto il progetto di vita. La musica era importante ma non poteva essere l’unico interesse. Mi appassionai alla realtà virtuale che allora muoveva i primi passi. Imparai a programmare in C e in C++ e incominciai a scrivere i primi programmi grafici in OpenGL. Eva nel frattempo si era laureata In Conservazione dei Beni Culturali e ci parve naturale unire le nostre conoscenze. Nacque Aracnet, la nostra prima società che aveva l’obiettivo di creare nuovi paradigmi comunicativi del Bene Culturale usando le nuove tecnologie digitali. Allora eravamo pionieri, pochi nel mondo e pochissimi in Italia. Lavorammo sin da subito in progetti importanti: la Cappella degli Scrovegni a Padova e tanti musei e ambiti archeologici. La guida e l’amicizia con Francesco Antinucci e Maurizio Forte furono determinanti.
Negli anni collaborammo anche con tante realtà europee in comuni progetti, Olanda, Belgio, Germania, Ungheria, Grecia. Questa attività continua ancora oggi organizzata all’interno di una nuova società, E.V.O.CA srl con il mio socio Massimiliano Forlani.
In tutti questi anni non ho mai smesso di fare fotografie e video. Qualche volta in veste professionale per soprintendenze e altro. Ma verso il 2012 decisi che il video, il filmico, doveva prendere più spazio in me. Studiai tantissimo il sistema digitale dell’immagine, in questo mi sentivo aiutato dalla mia lunghissima esperienza fotografica iniziata nei primi anni della mia vita. Incominciarono a prendere vita i primi lavori, documentari, piccoli corti di fiction, video musicali e veri e propri musical come Jesus Christ Superstar.
La mia vita è quindi una continua alternanza tra musica, realtà virtuale e creazioni filmiche, non mi annoio mai…
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